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Arrampicata

Shirleys Noriega

I was born in Venezuela but I have lived in Spain for 14 years: D, I started climbing at 17 in my city of birth (Barquisimeto / Venezuela)

My specialty is bouldering, although I practice all modalities. I’m also a route setter: D

Motto? Fight for your goal.

Be respectful with others and with nature. Stay positive.

Prodotti preferiti

My favorite climbing shoe is the MANGUSTA (36) for bouldering. To train I like to use the DAGARA: D (36 1/2)

 

Speravo non me lo chiedesse mai

Devo essere onesto, speravo non me lo chiedesse mai…. ma alla fine la proposta è arrivata, comunque tranquilli nulla di serio, si tratta di una semplice questione di spit !

Alessandro Boulos e la velocità

La scelta della speed l’ho compiuta poco più di 4 anni fa, quando mi trasferii fuori regione per iniziare l’università.

Luca Malosti

Diciamo che quello è uno step della mia carriera, un obiettivo. Far diventare il mio sport il mio lavoro. Questo, per poter aver la possibilità di “lavorare all’arrampicata” sempre più frequentemente senza impegni o altre distrazioni

Allenatori: Roberto Franzoni

Sul perché si finisce per diventare allenatori, la risposta è abbastanza semplice: per quanto mi riguarda sono mosso da una passione molto forte (che sconfina, a volte, nella dipendenza).

Allenatori: Alessandro Marrocchi

Come si insegna e come si allena in Arrampicata Sportiva ancora non è stato scritto. Come per tutti gli sport non esiste un unico  metodo, ma ogni metodo per essere ritenuto valido e condivisibile deve prendere forma da solide basi empiriche messe immediatamente a confronto con le conoscenze scientifiche 

Il curioso caso del detenuto 737 – Epilogo

Il titolo a inizio pagina ancora riecheggia tra i miei pensieri.

“Chipping is a crime”.

Ehi, ma cosa sarebbe il chipping, pensai. Cominciai la lettura, attentamente. Man mano che divoravo lettere e punteggiatura, mi fu chiaro, di cosa la penna di quell’articolo stesse parlando.

Sinceramente, né allora, né tanto meno adesso, so dirvi se compresi quell’articolo.

Il curioso caso del detenuto 737 – Capitolo 4

Erano passati ormai tre mesi e quattro giorni da quelle artificiali modifiche e rielaborazioni geologiche.

Erano cambiate alcune cose, sì, in me, ma sì, anche nel piccolo borgo che da tanti anni mi ospitava. Il boom tecnologico invase l’intera piccola metratura della pianura, piccole e medie fabbriche nascevano in ogni dove. Non solo legno, ma acciaio, fonderie, piccole centrali elettriche.

Il curioso caso del detenuto 737 – Capitolo 3

Ecco, caro lettore, siamo arrivati al dunque, al primo misfatto. Subito dopo al pensiero, spettava all’azione: compier ciò che solo la sera prima avevo immaginato di poter realizzare.

Certo, a essere sinceri, se mi avessero detto, che tutto quello che a me pareva innocente e ambizioso, mi avrebbe portato a raccontarlo chiuso qui dentro, beh sì, quel giorno, non avrei mai timbrato il biglietto, né del primo treno, né della corriera successiva, non avrei stimolato le gambe, né nella pedalata iniziale, né nella camminata finale.

Il curioso caso del detenuto 737 – Capitolo 2

Beh sì, caro lettore, son certo che tu abbia intuito che io, della verticale, niente conoscevo, e certamente niente conosco tuttora. Vivevo di sogni, piccole e rare informazioni al quale riuscivo ad accedere non senza poca fatica.

Senza guide com’ero, privo di fratelli maggiori che tracciano il cammino da seguire, svincolato da qualsiasi logica quotidiana, tutto era una scoperta e mi sentivo un esploratore.

Il curioso caso del detenuto 737 – Capitolo 1

Tra una pausa e l’altra, tra le varie serie di esercizi che mi imponevo, sulla mano sinistra non mancava l’unica rivista di arrampicata che arrivava, a quei tempi, nel piccolo borgo: ÉCOLE VERTICAL.Vi leggevo di incredibili salite sportive, della perfezione fisica di chi le compiva. Credevo di capire i loro pensieri che, a quel tempo, pensavo vicino ai miei.

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