Aspettando la seconda, il pensiero corre alla precedente.
Lo stream della prima tappa boulder ci ha permesso di dare uno sguardo allo stato dell’arte italiano in boulder.
Semifinali e finali avvincenti. È stato bello vedere i WildBoys far fare quattro salti alle Pantera.
Alice, Petra, Andrea, Asja, tra le ragazze, e Elias tra i ragazzi, hanno contribuito a dare spettacolo alle semifinali.
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Foto: Stefano Pichi
Un sussulto di vita c’è anche in Italia. Certo, qualcosa resta da migliorare. Sono quei dettagli che parlano con forza di un mondo ancora “naif”. Un mondo che ancora fatica a farsi sentire oltre al suo ombelico. Lo si vede da tanti piccoli dettagli che lo rendono, da una parte genuino, dall’altra immaturo al salto di qualità mediatico che gli si vorrebbe far fare.
È vera e giusta la critica, circolata sui social, che piove come un gesto d’amore sugli organizzatori e sul futuro di questa disciplina; mancava una cornice degna dietro al podio.
Manca anche tanto altro, non ultima la consapevolezza che il pubblico non è solamente quello che si vede a bordo materasso.
Lo si vede dai gesti degli atleti. Ancora non sono arrivate le abitudini che portano gli atleti ai ridicoli gesti tanto cari agli sponsor. Ancora nessuno ha baciato la scarpa, ha osannato il materiale che usa. I pretesti per dare risalto alla sponsorizzazione sono ancora lontani nei pensieri di questi atleti che sono sicuramente professionisti negli allenamenti. Come per tutto, anche questa caratteristica è allo stesso tempo un bene ed è anche un male.
Qualcosa si sta evolvendo e gli effetti delle rivoluzioni si valutano con 20 anni di ritardo.
Nel frattempo mi godo le performance e salto sulla sedia quando vedo Elias Iagnemma sfiorare il podio finale “pelando” le prese di arrivo di un ostico lancio.
Bene così! finche siamo ancora tra noi, critichiamoci per crescere. La macchina è ancora in rodaggio. In attesa di essere appetibili per la vera economia che muove l’arrampicata, (gomme, benzina e pedaggi:-)).
Ammesso sia un bene mirare ad altre platee , si vedono dei passi in avanti pari a quelli fatti dal vocabolario dello speaker ufficiale che si è spinto a citare anche l’enjambement. Forse l’unica nota internazionale!
Ho esultato per la finale raggiunta da Asja Gollo, cosi come per i blocchi risolti in semifinale da un sempre più forte Matteo Manzoni che continua a crescere anche fuori da casa WildClimb… anzi, ecco… mi sembra giusto dirlo: un grazie a SCARPA, RockSlave e Sherpa, main sponsor di questa tappa. Sponsor, più in generale, di questa disciplina che ha ancora il bisogno della cura di tutti.
Godiamoci la seconda tappa di Bologna e poi sarà il momento per dare il nostro contributo al movimento. WildClimb sarà presente a Torino:
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