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Matteo Manzoni c’è

da | Ago 18, 2017 | Climb, news | 0 commenti

Sono seduto.

Sguardo perso nel nulla…

Sono  Matteo,

Matteo Manzoni.

Sono nato nel 2000 e dopo 17 anni sono qui…

quando mi chiedono che scarpe uso, rispondo:

“WildClimb Pantera V”

si beh…

adesso ho le adidas ai piedi.

Uso anche le sneakers…

In effetti, i miei piedi sono dentro le scarpette meno di quanto sia il mio pensiero dentro l’arrampicata.

Frequento il liceo scientifico,(scienza applicata), vado abbastanza bene; ho buoni voti.

Non leggo molto di arrampicata, anche se l’ultimo libro letto, son verso la fine per la verità,

parla di Honnold…

Non che l’abbia cercato, mi è capitato sotto mano…

Eppure sovrappensiero mi ritrovo a fare cavolate come il portare i pacchi da 6 bottiglie d’acqua…

in bidito steso o monodito…

“misuro” spesso la mia forza, inconsciamente, appena ne vedo lo spiraglio.

Alla mia età parlano tanto di bullismo…

Personalmente non mi è mai capitato di di dover usare la mia forza, per difendere o per difendermi.

A ben guardare, il mio “arrampicare” non è mai servito… nemmeno a salire in casa quando mi sono chiuso fuori… ok, abito anche al primo piano

Ecco, si, ho salvato un ragazzo che stava soffocando, ma qui la forza c’entra poco.

Ad ogni modo, mi alleno 5 volte a settimana, a seconda dei periodi.

Sono seguito da Tito Pozzoli.

Sono iscritto al koren climb; anche se è lontano da casa mia.

Ci vado più spesso d’estate.

Ho iniziato seguendo la passione di mio papà Davide.

Come arrampicatore nasco su roccia e adoro scalare nella falesia di Onore.

Ho un bel confronto con Filip Schenk, con il quale passo settimane a spasso a condividere magnesio….

Chissà se un giorno riusciremo a far nascere un bel gruppo, capace di stimolare e di far crescere… qualcosa di simile a quello che accade adesso in lead tra Stefano, Marcello e gli altri …

Mi sento abbastanza spesso con Filip, lo prendo come punto di riferimento.

Cosa potrei dare di “mio” a WildClimb per migliorare le scarpe?

Vorrei essere d’aiuto a sviluppare una scarpa, magari molto morbida; con le velcro mi trovo bene sui blocchi e i prototipi di Pantera laser che ho provato mi fasciano molto bene il tallone: forse troppo rigide per i blocchi ma ottime in falesia.

Scalo poco in placca …

e se penso a cosa sono riuscito a salire …

scopro che ci penso troppo …

Ammetto che al massimo ho salito un 7a.

Del resto, non ci scalo mai in verticale.

In strapiombo arrivo all 8b/b+, sui blocchi ho fatto 8a+, anche flash.

Sono molto vicino ad alcuni 8b: a Magic Wood mi sto misurando con steppenwolf.

Forse serve più aderenza… una temperatura più “adatta”…

Ogni tanto penso alle olimpiadi, con l’allenatore stiamo programmando l’avvicinamento inserendo degli allenamenti in lead e speed.

Che poi….faccio gare dal 2008 e se penso a come si è evoluta la tracciatura, credo sia giusto trovare un compromesso tra le tacche da tenere e la coordinazione dei blocchi dinamici…

Io tengo bene la tacca, vengo da un “muro”, “vecchia scuola”, fatto di tacchette spaccadita.

Però non mi trovo male sui lanci.

Ascolto musica quasi a caso, di tutti i generi.

Non canticchio quasi mai quando scalo.

Quando arrivo alle gare sono abbastanza agitato.

Forse è anche la consapevolezza degli allenamenti e degli sforzi.

Credo sia una sensazione “sana” in grado di creare la giusta “tensione” per affrontare la gara…..

Sono assente da Fb, ma su Instagram sono “climbmatteo”

Non sono solo “arrampicata”.

Si, forse in questo momento il mio mondo si chiude e si raduna tutto attorno all’arrampicata.

Oggi non immagino passeggiate, biciclettate… chissà, forse un domani cambierà tutto.

Ma si!

Mi sembra di intuirlo, tutto cambia sempre, tutto è in movimento.

E allora spingiamo a fondo su questa strada, scaliamo e alleniamoci …

… che se immagino una fidanzata, la immagino scalante.

Le WildClimb le metto tra poco, sono in isolamento.

Sono pensieri sparsi, mentre sono a Monaco.

E’ la mia prima volta: “IFSC Climbing World Cup Munich”

Suona anche bene.

Chiameranno il mio nome:

“Matteo Manzoni”!

Suona bene anche quello 🙂

N.B: Da venti minuti telefonici passati con Matteo esce questo raccontino che ricuce fedelmente le risposte date alle bizzarre domande che gli sono state poste.

Per non cadere nel solito modello di accostamento “domanda/risposta”, ho cercato di tenere insieme il “forte” Matteo senza spezzettarlo in tante piccole risposte che per quanto esaustive, non possono mai rendere fino in fondo il vero Matteo Manzoni.

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Fonte immagini: https://www.instagram.com/climbmatteo/

 

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