Torino- Ivrea. Ivrea- Torino. Vivo a Torino, lavoro a Ivrea, vengo dalla Valchiusella.
Sono Cristian Zenerino, dottore in Biotecnologie, ho 27 anni e lavoro a tempo pieno… detta così, sembro anche un ragazzo serio.
Bah, son pensieri strani, che nascono cinque giorni alla settimana, tra un semaforo e uno svincolo, in quel tempo che passo tornando a Torino dove convivo.
Convivo con la mia ragazza, con il nomignolo che mi hanno dato e…
Vabbè, mi chiamano “rollerblade” e sono testimonial di scarpette di arrampicata.
L’ironia è evidente: uso le scarpette come se avessero le rotelle e sono sponsorizzato WC …
Convivo, lo dicevo…
Vengo dallo sci, e sono, per dirla con Fb “ski instructor“.
Di certo, non mi sono mai allenato quanto mi alleno adesso per arrampicare. Non maledico il mio passato da sciatore, anzi, faccio ancora le mie belle discese. Fortunatamente quando sbandiero non devo fermare l’inerzia dei quadricipiti tipici dei discesiti. Non ho le gambone e forse è per questo che non maledico lo sci.
Scalo dal 2006, ho iniziato con gli amici della valle. Con loro facevamo spesso “corda”. La uso ancora; anche se, a dire il vero, sempre meno. Quest’anno sono riuscito su “Ira” al cubo: segno che il tanto boulder che faccio non fa poi tanto male.
Far boulder porta via meno tempo, e lo posso fare anche da solo. E io di tempo ne ho poco: tra il lavoro, lo sci e il resto, devo ottimizzare le mie uscite outdoor…
Se penso che a 10 minuti da casa c’è un’area boulder che per anni non abbiamo mai valutato, concludo che a volte dobbiamo convivere con una specie di accecamento da abitudine.
Bisogna andare in giro, vedere cose diverse. Vedere che altrove hanno valorizzato dei blocchi che… sono proprio come quelli che abbiamo sotto casa. Ecco che si torna a valutare con occhi nuovi quello che prima non appariva. Così, i massi della Valchiusella sono diventati un rifugio dove andare la sera, anche solo a pulire qualche masso, dopo i lunghi pomeriggi di studio.
Bisogna aprire la mente… È come se anche il grado avesse qualcosa a che fare con l’andare, quasi per caso, una sera alla Scala di Milano. Per l’opera lirica non ho alcun interesse, ma forse, qualcosa delle scenografie della Bohème rimane dentro mentre valuti la bellezza di una linea. Lo so, grado e bellezza dovrebbero descrivere cose diverse… dovrebbero, appunto.
Sono pensieri sparsi, filosofia da automobile… pensieri da raccordo autostradale.
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Ancora qualche kilometro e sono a Torino.
Torino, gli affetti e gli atleti.
C’è un bel giro qui. Marcello e Stefano, sono a livello nazionale, sono la punta di un gruppo di amici che si tirano tra di loro. A ben guardare sembra che questi gruppi si riuniscano a grappoli attorno a chissà quale motivo.
Biella con “i fratelli” e Niccolò. Valchiusella con mio fratello, Luca e Gabriele. E Torino…appunto.
Svincolo: tra poco sono arrivato.
A qualcosa sarà servita quell’aria di festa: le gare del TCC, le sfide virtuali su Fb…
Quest’anno ho già accorciato la lista della spesa, qualche bel progetto l’ho salito… “serre moi fort” e “souvenir” entrambi 8a; saliti in giornata.
Che poi se penso a cosa miro, mi dico: a consolidare il grado; fare altri otto.
Ma forse non è la verità.
Miro a “Vecchio leone”, a Brione: a questo penso!
Ecco: freccia, accosto, retro e poi parcheggio.
Sono a casa.
Questa sera, facciamo lo zaino, metto dentro le mie “Pantera V”. Io non sono leggerissimo, mi serve una scarpa che spinga.
Lavorerò sulla placca, devo migliorare, altrimenti dovrò convivere anche con questa lacuna.
Oppure, considerato che resterò “rollerblade” anche diventassi un mago della placca, mi metterò a tirarle di brutto… Perché chissà in verità cosa sogno… se riesco su “Vecchio leone” potrei provare…
Vabbè, non ho il coraggio di dirla nemmeno a me stesso la verità; ammesso esista.
Forse aveva ragione Hemingway quando scrisse: “Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono”.